Tempo di lettura stimato:
8h 16m
Editore: Mondadori
Anno: 1972
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 248 Pagine
Trama
Nella Sgualdrina timorata (1946) Sartre affronta in chiave satirica il grave problema razziale che travaglia la società americana; in Nekrassov (1956) realizza una spassosa parodia del "caso Kravčenko" tipico episodio della psicosi anticomunista in clima di guerra fredda, e mette alla berlina la stampa addomesticata. Entrambi questi lavori costituiscono un autentico esempio di teatro di contestazione, e vanno annoverati fra i rarissimi drammi satirici del nostro tempo. In essi Sartre si rivela capace di fustigare magistralmente, con inesauribile vena comica, l'ingiustizia e l'impostura, rivelando quella che è forse la sua più autentica natura di drammaturgo. Ogni teatro comico è profondamente ancorato alla realtà di un'epoca. Cosi La sgualdrina timorata e Nekrassov sono il riflesso, la critica, l'atto di accusa di una società, e non solo dei suoi aspetti piú inessenziali - tic, mode, snobismi - ma dei suoi stessi valori, e, più ancora, dei suoi tabú, dei suoi riti, delle sue strutture e dei suoi crimini. Non si tratta qui dell'humour sarcastico, né del partito preso denigratorio, né tanto meno dell'astio preconcetto, ma del riso generoso e vendicatore, del riso che fa scoppiare gli scandali, siano essi sociali, morali o politici. A tale scopo, Sartre è dotato delle qualità richieste: la scrittura nervosa, aggressiva, le parole che colpiscono nel segno, la capacità di spingere all'assurdo situazioni da grand-guignol.
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