La ruota del tempo (1)

Trama

Poco Prima di morire, nel 1998, Carlos Castaneda volle riunire in un unico libro, «da leggere e meditare », i passi centrali delle sue opere precedenti. unificati da un nuovo commento scritto per l'occasione. Il risultato è una preziosa antologia personale in cui riecheggia la voce inconfondibile dello sciamano Yaqui don Juan Matus, crede di una tradizione spirituale che risale agli antichi popoli del Messico. Ci accorgeremo ben presto, tuttavia, con la stessa sorpresa che colse l'autore mentre portava a compimento la sua opera, che le citazioni e il nuovo commento assumono una vita indipendente, come se il libro fosse stato concepito, secoli fa, dagli stessi sciamani messicani, come se l'iniziazione di Castaneda, durata tredici anni, rispondesse a un preciso disegno, come se a fornire energia vitale a ogni frase di don Juan riportata dal suo discepolo, e all'insieme del suo insegnamento, fosse la stessa «ruota del tempo». La «ruota del tempo» è un'immagine, o piuttosto una realtà concreta, del sistema cognitivo degli sciamani del Messico: per loro è possibile, in virtù di una disciplina profonda e di una concentrazione incrollabile, mettere in movimento quella ruota e osservare il tempo in ogni direzione, al di la delle coercizioni di quella che ci appare la realtà fisica. Il risultato è un completo rovesciamento della visione del mondo: quel rovesciamento che ogni libro di Castaneda rivela e contribuisce a rendere possibile.