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La morte del padre (12)

Karl Ove Knausgård

Genere: Autobiografie, Memoir

Editore: Feltrinelli

Anno: 2015

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 512 Pagine

Isbn 10: 8807887134

Isbn 13: 9788807887130

Trama

«Quando si sa troppo poco, è come se questo poco non esistesse, ma anche quando si sa troppo, è come se questo troppo non ci fosse. Scrivere significa portare alla luce l'esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. La scrittura è questo. Non quello che vi succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma lì, in se stessa. Lì, risiede il luogo e l'obiettivo dello scrivere. Ma come si arriva a questo lì? Era questa la domanda che mi ponevo mentre seduto su una panchina di quel quartiere di Stoccolma bevevo caffè e i muscoli si stavano rattrappendo dal freddo e il fumo della sigaretta si dissolveva in quell'enorme spazio fatto d'aria che mi sovrastava. Per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perché tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un'altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. È la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. Ecco perché gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. È questa demolizione che viene definita 'scrivere'. Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare.»

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Le recensioni degli AccioBookers

Stefi

Recensito il 21/08/2023

Non è stata una lettura facile lo ammetto, ma da molti Karl Ove Knausgård è considerato uno dei più grandi scrittori viventi ed ero curiosa di immergermi nel suo mondo. Leggendo questo primo volume della sua autobiografia sono passata attraverso una porta spalancata sull'animo di Knausgård, alla ricerca del suo tempo perduto che improvvisamente è diventato anche il mio, mi ha raccontato della sua giovinezza in una Norvegia rarefatta, delle sue passioni, degli amici e della sua famiglia, delle ferite e dei suoi vuoti in gran parte causati da suo padre. Non è stata solo una lettura bensì un'esperienza che mi ha fatto riflettere sui miei fantasmi e carenze, analizzandoli da un'altra prospettiva.

Non ho le competenze per affermare se sia o meno una delle voci più autorevoli della letteratura mondiale, ma posso dire con certezza che la sua scrittura essenziale, ma intensa e viva mi ha particolarmente emozionata. "Quando la comprensione del mondo aumenta, non solo diminuisce il dolore da essa causato, ma anche il senso. Capire il mondo significa porsi a una distanza precisa da esso."