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La cura Schopenhauer (4)

Irvin Yalom

Genere: Drammatico,

Editore: Neri Pozza

Anno: 2009

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 479 Pagine

Isbn 10: 8854503231

Isbn 13: 9788854503236

Trama

Julius Hertzfeld si è guardato allo specchio stamattina. Attorno alla bocca poche rughe. Occhi forti e sinceri che possono reggere lo sguardo di chiunque. Labbra piene e cordiali. La testa coperta di riccioli neri e ribelli che si stanno appena ingrigendo sulle basette. Il corpo senza un'oncia di grasso. Insomma, lo specchio gli ha detto che è ancora lui: Julius Hertzfeld, brillante professore di psichiatria presso l'università  della California, terapeuta dal caldo sorriso e dalla solida reputazione, uomo prestante che non ha affatto l'aria del sessantacinquenne cui è stato appena comunicato, con fredda e brutale sincerità , che ha poco più di un anno di vita. Che fare quando la vita spensierata termina di colpo e il nemico, fino a quel momento invisibile, si materializza in tutta la sua terrificante realtà ? Julius Hertzfeld non ha dubbi: sa esattamente come trascorrerà  il suo anno finale. Continuerà  a occuparsi dei suoi pazienti e a cercare di ridestare, nella terapia di gruppo, il sentimento della vita dentro di loro. Sa, anche, che non si sottrarrà  all'ultima sfida rappresentata dal suo paziente più ostico: quel Philip Slate che ha dedicato tutta la propria energia vitale alla fornicazione e che ora sostiene di aver scoperto una terapia Schopenhauer, una cura che proviene dal pensiero stesso del filosofo tedesco.

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Le recensioni degli AccioBookers

alessiab

Recensito il 10/08/2021

- Traduzione non avvincente: molti calchi, da risultare quasi fasulla. - Personaggi spesso stereotipati nelle emozioni: la femminista arrabbiata, la bibliotecaria noiosa, il carpentiere dalla giungla... - Gioco di focalizzazione molto interessante : dalla zero all'interna. Il lettore è prima spettatore, poi terapista e poi paziente stesso. - Il libro si propone di far accettare la morte. Eppure, si parla poco della morte : la malattia e la morte di Julius sono la cornice della vita, della vita rappresentata, del gruppo di terapia. Per accettare la morte, si propone la vita con i suoi eventi insignificanti. Al lettore viene chiesto di fare ciò che Julius chiede ai pazienti: sappiamo che qui qualcuno sta per morire, e sembra una cosa dannatamente seria, ma la vita continua e deve continuare nelle sua banalità - dolorosa, seria quanto la morte. - Non all'altezza delle aspettative. Finale molto prevedibile, ma allo stesso tempo piacevole. - Mi ha fatto venir voglia di leggere Nietzche. - Commento molto critico; di pancia, tuttavia, direi che mi è piaciuto.