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10h 54m
Genere: Cinematografia-Estetica,
Editore: Einaudi
Anno: 2017
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 327 Pagine
Isbn 13: 9788806231637
Trama
Con “L'immagine-tempo”, dopo “L'immagine-movimento”, Gilles Deleuze conclude la sua radicale rielaborazione del pensiero sul cinema, pervenendo a una ridefinizione dell'essenza della settima arte. La teoria per lui non si fonda sul cinema ma sui concetti da questo suscitati, e Deleuze tratta i grandi registi come i pittori o i musicisti: autori che parlano meglio di altri di quel che fanno, tramutandosi così in filosofi, anche se Hawks non voleva teorie e Godard finge di disprezzarle. Perché sono proprio i concetti del cinema e non le teorie a creare l'unicità dell'arte cinematografica, ed è per questo che non bisogna chiedersi «che cos'è il cinema?», ma «che cos'è la filosofia?» Se al centro del primo volume vi era l'unitarietà organica che contraddistingue il cinema classico, qui invece il filosofo si concentra sulle rotture, i «tagli irrazionali» tra i piani tipici del cinema moderno, quello nato nel secondo Novecento con il neorealismo. Un libro di filosofia scritto attraverso il cinema, che incrocia l'opera di molti registi: da Rossellini e Visconti a Fellini e Antonioni, da Welles e Kubrick a Ozu e Bresson, dalle esplosioni della nouvelle vague (Resnais, Godard, Rohmer) a Cassavetes e gli autori del Nuovo cinema tedesco.
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