Tempo di lettura stimato:
6h 40m

3 utenti lo scambiano |

Il treno dei bambini (26)

Viola Ardone

Genere: Storia, Storici

Editore: Einaudi

Anno: 2019

Lingua: Italiano

Rilegatura: Non inserito

Pagine: 200 Pagine

Isbn 10: 8806242326

Isbn 13: 9788806242329

Trama

A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai raccontato con tanto ostinato candore.

È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l'intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un'iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l'ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un'Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c'è altro modo per crescere.

Altre edizioni

Altri libri dello stesso autore

Autori che ti potrebbero interessare

Le recensioni degli AccioBookers

The LibrariAnna

Ho scoperto il Treno dei Bambini, o Treno della Speranza grazie all'albo di Davide Calì, Tre in tutto (ed. Orecchio Acerbo, con le raffinatissime illustrazioni di Isabella Labate): per la prima volta, leggendo la chiosa finale dell'album, sentivo parlare di questa straordinaria storia di accoglienza. Viola Nardone nel "suo" treno mostra uno spiccato talento nella scelta del giusto lessico per esprimere parole e pensieri di uno scugnizzo come tanti, sopravvissutto alle bombe della Seconda Guerra Mondiale, ma ora attanagliato, insieme a sua madre, dalla miseria e dall'analfabetismo. Lui e tanti altri bambini del sud, grazie proprio al Treno della Speranza, abbracceranno un'alternativa alla fame, un'alternativa ad un'esistenza già scritta, nelle case e nelle vite di contadini e operai del centro nord che li accoglieranno per periodi di tempo più o meno lunghi, seguendone poi il percorso anche dopo il rientro in famiglia. Un romanzo necessario nel senso più profondo del termine, necessario per ricordare un'Italia che forse non esiste più, dove si poteva ancora far snocciolare in bocca la parola S O L I D A R I E T A', una parola da scandire, da lasciar sedimentare, da sentir vibrare nelle orecchie come fa il protagonista. Assolutamente consigliato.

Sara

Recensito il 26/12/2022

Necessario, irriverente e commovente. Viola Ardone mi ha tenuta incollata dall'inizio alla fine. L'ho adorato.

ValeMusto

Recensito il 05/04/2023

coccola

La biblioteca di Marghe

Recensito il 12/05/2023

E' il 1946, Amerigo ha 7 anni, vive in un rione popolare di Napoli insieme alla sua mamma; la loro casa è molto piccola e di certo non navigano nell'oro, ma Amerigo è felice, va a scuola, ha tanti amici e anche tante vicine di casa che si prendono cura di lui quando la sua mamma non può. Ha le scarpe rotte, i vestiti consumati, ma non gli importa, quel che conta è che la sera si addormenti con la sua mamma. Un giorno come tanti proprio la mamma gli comunica che presto partirà insieme a centinaia di altri bambini per andare a stare qualche mese con una famiglia del Nord che si occuperà di lui, della sua istruzione e del suo sostentamento; un'iniziativa del partito comunista dice, è per il suo bene, ma ad Amerigo non interessa, lui non vuole partire e lasciare sola la sua mamma. Dovrà però farlo e questa esperienza si rivelerà estremamente dolorosa ma anche arricchente: conoscerà nuovi amici, farà nuove esperienze che probabilmente non avrebbe mai potuto fare se fosse rimasto a Napoli, e al suo ritorno sarà molto cambiato. Ora Amerigo è adulto e rivive quei giorni quasi con nostalgia, con gli occhi di un uomo ancora un po' bambino.

Libro molto commovente..mentre scorrono le pagine si vive in prima persona la vita del protagonista, si respira l'odore dei vicoli popolari di Napoli, la devastazione e la povertà del dopoguerra..ma si percepisce anche il suo dolore dovuto alla separazione e soprattutto quello della sua mamma…e pensare che la sua storia rispecchia nella realtà quella di tanti bambini che in quegli anni hanno vissuto questa sorta di “adozione a tempo” promossa dal partito comunista è ancora più toccante..una pagina storia che non viene spesso raccontata e che l'autrice ha fatto a mio parere magistralmente.