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9h 18m
Genere: Letteratura, Autobiografici, Autobiografie
Editore: Piemme
Anno: 2010
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 279 Pagine
Isbn 10: 8856615231
Isbn 13: 9788856615234
Trama
I sogni sono importanti nella casa di Harry. Per tutta l’infanzia, lui e i suoi cinque fratelli crescono sentendo la madre colorare il loro povero mondo con le proprie fantasie, e allora le stanze spoglie della casa si riempiono magicamente di mobili e di lussi, la fame diventa più sopportabile e le urla del padre, un ebreo polacco emigrato in Inghilterra e sempre attaccato alla bottiglia, fanno meno paura. Ma i sogni, si sa, sono come le bolle di sapone: bellissime finché le si osserva in lontananza, peccato che, quando si cerca di afferrarle, non resti niente in mano. Solo la mamma non si rassegna e continua a inseguire il suo sogno più grande, l’America. Finché, un mattino, quando Harry ha dodici anni, incredibilmente quel sogno si avvera. II postino recapita una busta proveniente da un’agenzia di viaggi sconosciuta. Quando Harry la apre e vede uscirne otto biglietti per il piroscafo diretto oltreoceano, anche se tutti sanno che è meglio non svegliare papà , tornato a notte fonda dal pub, non è possibile trattenersi dal gridare di gioia. Improvvisamente una nuova vita piena di promesse sembra accessibile e la famiglia attraversa per l’ultima volta la strada di ciottoli sotto casa, dice addio ai vicini, alle fabbriche e alla cittadina operaia del Lancashire in cui ha vissuto per anni e si mette in viaggio per raggiungere alcuni parenti emigrati a Chicago.
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Le recensioni degli AccioBookers
dianagrnlp
Pensai a tutte le volte che da bambino l'avevo guardata e alle tante espressioni che avevo letto sul suo volto: spesso era triste, come se non avesse voglia di vivere ma si sforzasse di farlo solo per noi. E poi invece c'erano momenti in cui era allegra e vivace, seduta nel suo negozietto in mezzo alle sue clienti, quelle donne che erano anche sue amiche...come era contenta allora, orgogliosa e felice quanto una regina tra le sue dame. Pensai a come si mostrava preoccupata quando uno di noi si ammalava, la stessa ansia che la invadeva quando ferma sulla porta aspettava che tornassimo da scuola, riparandosi gli occhi dal sole con il palmo della mano, per il timore che qualche ragazzaccio se la prendesse con noi perché eravamo ebrei. "