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Il processo Eichmann (0)

Deborah E. Lipstadt

Genere: Storici,

Editore: Einaudi

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 183 Pagine

Isbn 10: 8806217704

Isbn 13: 9788806217709

Trama

La cattura del tenente colonnello delle SS Adolf Eichmann da parte di agenti segreti israeliani in Argentina nel maggio del 1960 - e il successivo processo a cui fu sottoposto a Gerusalemme da una corte giudiziaria israeliana - elettrizzarono il mondo. Il dibattito pubblico che suscitò riguardo a dove, a come e da chi dovessero essere giudicati i criminali nazisti, e l'attenzione straordinaria dei media a livello internazionale, furono un momento di svolta; un cambiamento epocale rispetto al modo in cui il mondo civile in generale e i sopravvissuti dell'Olocausto in particolare si erano confrontati con l'eredità di un genocidio inimmaginabile. Deborah E. Lipstadt, storica pluripremiata, ci presenta uno sguardo a tutto tondo sul processo e analizza il drammatico effetto che le testimonianze dei sopravvissuti - che non avvennero senza controversie - ebbero su un mondo che fino ad allora aveva commemorato regolarmente l'Olocausto ma non aveva compreso pienamente ciò che i milioni di vittime che erano morte e le centinaia di migliaia che erano sopravvissute avevano effettivamente subito.

L'11 aprile 1961 il teatro di Beit Ha'am, a Gerusalemme, era gremito. Più di settecento persone riempivano la sala per il processo intentato ad Adolf Eichmann, accusato di essere il principale ufficiale operativo della «soluzione finale». I giornali di tutto il mondo riportavano notizie sull'evento. Le reti televisive americane mandavano in onda trasmissioni speciali. Non si trattava del primo processo per crimini di guerra nazisti. Eppure c'erano più giornalisti a Gerusalemme di quanti ne fossero andati a Norimberga. Per quale motivo questo processo era diverso da quello condotto dai tribunali di Norimberga, dove erano state processate figure molto più in vista della gerarchia nazista? Mentre il mondo continua a confrontarsi ininterrottamente con la realtà del genocidio nazista e a riflettere sul destino di coloro che sono sopravvissuti, il processo Eichmann, probabilmente il più clamoroso del Novecento, è divenuto una pietra di paragone per i giudizi successivi, un'impalcatura legale, morale e giudiziaria per confrontarsi con il male nella sua forma più incomprensibile. Deborah E. Lipstadt riesce a raccontarlo contemperando un'avvincente capacità narrativa con una sicura prospettiva storiografica. Lipstadt svincola il processo Eichmann dalla polarizzante presenza di Hannah Arendt, senza ignorarla, ma recuperando alcuni aspetti essenziali della vicenda: da un lato il risveglio, tardivo, della consapevolezza mondiale nei confronti dell'ampiezza della Shoah; dall'altra l'essere un momento nodale della storia di Israele.

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