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Genere: Guerra mondiale 1914-1918,
Editore: Rizzoli
Anno: 2021
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rilegato
Pagine: 392 Pagine
Isbn 13: 9788817155007
Trama
Il 14 settembre 1914 la città-fortezza di Przemysl fu raggiunta dalle truppe in ritirata dell’esercito asburgico: a pochi mesi dalla dichiarazione di guerra, le propaggini nordorientali dell’impero stavano già cadendo in mano all’armata russa. L’Europa era ormai sprofondata in un conflitto che in molti avevano reputato impossibile, ed entrambi gli schieramenti avevano già subìto perdite inimmaginabili prima di allora. Di lì a poco i piani strategici elaborati tanto sul fronte occidentale quanto su quello orientale si sarebbero sgretolati, per lasciare spazio a una disperata improvvisazione tattica; e mentre a ovest lo scontro si trasformava in una guerra di trincea, a est gli occhi erano tutti puntati sulla vecchia fortezza austroungarica, giudicata la più grande e solida del tempo. Ma assaltandola a due riprese, tra l’autunno del 1914 e la primavera del 1915, le truppe dello zar avrebbero dimostrato che il gioiello degli Asburgo non poteva nulla di fronte ai progressi compiuti dall’artiglieria moderna. La vicenda di Przemysl tenne con il fiato sospeso l’opinione pubblica e suscitò una vasta eco nella stampa popolare; la strenua difesa di quella che sarebbe passata alla storia come la «Stalingrado austroungarica» ebbe il suo altissimo tributo di sangue tra soldati e popolazione civile. Alla fine, l’esercito nemico riuscì a espugnarla, ma quell’assedio – il più lungo della Prima guerra mondiale – fiaccò le forze russe prima che potessero dilagare nell’Europa centrale. Entrambi gli imperi uscirono indeboliti da quello scontro, che segnò uno dei punti di svolta nel conflitto. Eppure la tragica storia di Przemysl è stata quasi dimenticata in Occidente. Oggi, grazie a una rigorosa ricerca tra i documenti dell’epoca e i diari inediti degli abitanti assediati, lo storico e saggista Alexander Watson ci restituisce il vivido racconto di quell’epica resistenza. Mostrandoci che proprio lì vanno cercate le radici dell’orrore che avrebbe travolto la regione nei decenni a venire, tra nazionalismo, antisemitismo e furia sterminatrice.
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