Il doge (1)

Trama

Un romanzo straordinario» di Palazzeschi, funambolescamente condotto sul registro delle sue opere giovanili, di quegli essays in cui la favola s'incontra con la satira e con la più sbrigliata fantasia di artista. L'enigmatico Doge, eppure vestito di panni così mortali, che si affaccia alla loggia per celebrare le nozze di Venezia col mare, le valigie degli infiniti turisti in arrivo, i cavalli di San Marco che come il carro di Fetonte s'involano fra le nuvole, il popolo formicolante e ciacolante, sono riflessi di una realtà filtrata attraverso gli alambicchi di una continua luccicante invenzione. Simboli, forse: del potere, della alienazione, degli incubi che si addensano sull'anima umana? Quello che conta è l'insopprimibile festosità della vena di Palazzeschi, l'incantato sorriso fatto di saggezza toscana, maturata negli anni. << Tutto nel mondo è burla» è ancor una volta la sua conclusione, ma forse mai egli l'aveva detto con un simile divertito distacco, con tanta ironica grazia. C'è perfino da stupirsi che, nel mezzo di una letteratura di esperimenti come quella di oggi, sia così libera e moderna la presenza di Palazzeschi. Certo, dinanzi a questa perlacea e reale Venezia, pochi scrittori appaiono vivi quanto lui.