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Genere: Poesia,
Editore: Einaudi
Anno: 1989
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 554 Pagine
Isbn 10: 8806116096
Isbn 13: 9788806116095
Trama
Chi è l'autore dei Canti e delle Poesie? E' il sogghignante esteta byroniano che va sotto il nome di conte di Lautréamont, responsabile della più parossistica epopea della bestemmia, della crudeltà e del sarcasmo? E' un professore di energia alla Nietzsche o alla Barrès, o invece, per usare una sua definizione, un professore di ipnotismo nichilistico? E la teofobia dei Canti è l'inno più convinto che si possa intonare al Creatore, o è un punto di transizione inevitabile, drammatizzato e dialogante, dell'ateismo moderno? Il sadismo di Maldoror, pur essendo fortemente mediato dalla tradizione "nera", è tuttavia un modo di dare il dovuto risalto a una componente fondamentale della psiche e dei comportamenti umani? E quale fiducia può ispirare la spettacolare conversione dal male cielo e assoluto violentemente propugnato nelle Poesie? A dispetto dell'evidenza teatrale delle sue tracotanti affermazioni, l'opera del Montevideano - destinata, al pari di quella di Sade, a esercitare un'influenza decisiva sul surrealismo - si pone dunque interamente sotto l'emblema dell'enigmaticità più sfuggente; ogni lettore è infatti chiamato a cercare di discernere con i propri mezzi qual è il rapporto reale che collega questi tre nomi: Isidore Ducasse (la persona dell'autore, morto ventiquatrenne in circostanze poco chiare nel 1870 in una Parigi assediata dall'esercito prussiano); il "conte di Lautréamont" (l'autore fittizio, che concentra in sè e rilancia tardivamente tutto il ciclo della letteratura "nera", byroniana); e "Maldoror" (il personaggio dagli attributi diabolici e rocamboleschi al quale è delegata l'esecuzione materiale delle più efferate trasgressioni).
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