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Genere: Viaggi,
Editore: Ponte alle Grazie
Anno: 2010
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 114 Pagine
Isbn 13: 9788862200943
Trama
Nell'era di Internet, delle comunicazioni rapide, del turismo low cost, della più veloce tecnologia audio e video, quando il mondo, tutto il mondo, sembra a una manciata di minuti da noi, pronto a essere guardato, toccato e mangiato; in mezzo alla folla, armata di fotocamere per catturare nient'altro che uno scatto di cartoline già viste, calzata con scarpe comode per camminare lì dove non può non aver camminato, e pesante di souvenir riportati a casa come trofei, giunge, inaspettata, una domanda. Esiste ancora il viaggio? E che cos'è il viaggio, chi è il viaggiatore? Ci ricordiamo da dove viene la voglia di aprire un atlante, l'eccitazione di puntare il dito su una qualunque regione del globo, la voce straniera che ci ingiunge di andare? Michel Onfray è qui con questo piccolo libro per aiutarci ad aprire nuovamente gli occhi e guardare alla scoperta, per mostrarci come sia possibile, senza aver programmato il come e il perché, chiudere uno zaino, girare la chiave nella toppa e voltare le spalle alla porta di casa per lasciare spazio ai sensi ritrovati che, soli, liberi da guide e manuali, ci condurranno a scoprire i colori dell'altrove e gli odori dell'ignoto.
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Le recensioni degli AccioBookers
_elescarn
Recensito il 27/07/2024
“Di un viaggio non dovrebbero restare che tre o quattro segni, forse cinque o sei, non di più. Tanti quanti, in effetti, sono i punti cardinali necessari all'orientamento.” (pag. 51)
“L'ampliamento del corpo e necessario all'esercizio del viaggio. Perché la carne deve mettersi a disposizione del mondo, registrarne le minime variazioni, partire alla ricerca del più piccolo dettaglio percettibile attraverso la pelle.” (pag. 61)
“Il viaggio presuppone una sperimentazione su di sé che rivela esercizi consueti ai filosofi antichi: cosa posso sapere di me? Cosa posso apprendere e scoprire su di me Se cambio i miei luoghi abituali, i miei punti di riferimento e modifico le mie preferenze? “ (pag. 73-74)
“Rientrare verso è anche ritornare da. In questo caso, si tratta di riallacciarsi all'intermezzo dell'andata, ma in un altro stato d'animo.” (pag. 90)
“È sufficiente sapersi nomadi una sola volta per avere la certezza che si ripartirà, che l'ultimo viaggio non sarà affatto l'ultimo. (…) La passione del viaggio non abbandona il corpo di chi ha sperimentato i veleni violenti dello spaesamento, del corpo dilatato, della solitudine esistenziale, della metafisica dell'alterità, dell'estetica incarnata.” (pag. 111)