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Editore: Raffaello Cortina
Anno: 2005
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 292 Pagine
Isbn 10: 8870789748
Isbn 13: 9788870789744
Trama
La filosofia è nata in cammino. Si è perfezionata con Socrate nelle strade di Atene, nelle dispute sotto i portici dell’Accademia di Platone, nei giardini di Epicuro, nelle agorà di Alessandria e, in seguito, nella quiete dei chiostri monacali. Questo libro non si limita a rintracciare i momenti più suggestivi di tale storia. Suggerisce piuttosto al lettore di riscoprire il piacere del camminare meditabondo, senza preoccupazione per un itinerario prestabilito, per ripensare alla propria esistenza e guardare con occhi diversi le cose e il mondo.
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Le recensioni degli AccioBookers
_elescarn
Recensito il 14/09/2021
“attività assolutamente primaria di base, la più radicata, nella quale ciascuno di noi si è trovato impegnato prima ancora di nascere o di respirare. Grazie alla quale, per sempre, si inizia ad appartenere alla terra” (pag. 21)
“La propensione verso il camminare, l'andare, il vagare c'entra non poco con quel che poi seguirà, non nel tempo della giovinezza, piuttosto nei ritorni di fiamma della maturità. Quando chiederemo al camminare - oltre alle consuete mansioni - di estenuarci, quasi di purificarci, oppure di darci piacere, di concederci libertà e fughe solitarie. Non solo per espiare - se devoti a tali culture - ma per cercare, per inoltrarsi nel sempre nuovo. E, a questo punto, saremo già un poco filosofi, senza saperlo.” (pag. 22)
“Ecco perché dobbiamo chiederci quali mete, quali luoghi, quali essenziali equipaggiamenti ci occorrono per esercitare (persino quotidiani) un camminare consapevole.
Quindi filosofico, se come disse ancora il grande Eraclito di Efeso, la filosofia, specie se di strada, "è un investigare se stessi". È il primo passo per ogni conoscenza di sé e delle cose. Nella solitudine efesina si incominciò a intendere tutto questo. Non soltanto nel dibattito socratico che rendeva quel più famoso "conosci te stesso", saluto beneaugurante già dell'oracolo di Delfi, l'esito di una contrattazione tra amici e rivali non di un inesausto indagare personale.
Se il camminare è allora un esercizio che ha se stessi come tappa sempre spostata in avanti, occorrerà incamminarsi con questo spirito.” (pag. 154)