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Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca (3)

Giorgio Ieranò

Genere: Mitologia,

Editore: Sonzogno

Anno: 2013

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 255 Pagine

Isbn 10: 884542569X

Isbn 13: 9788845425691

Trama

La sfida col Minotauro nel labirinto, la testa tagliata di Medusa, l'impresa degli Argonauti, Orfeo che scende nell'Aldilà per salvare la donna amata: i miti eroici dell'antica Grecia sono un caleidoscopio di racconti infiniti e stupefacenti. Ma anche un repertorio di favole orrende e bizzarre. Medea che uccide i suoi stessi figli. Edipo che ammazza il padre e poi si unisce con la madre. Eracle che abbandona le sue fatiche per ingozzarsi di arrosti e di dolci. Teseo che, invece di salvare le fanciulle, le stupra. L'eroe greco aveva molti lati oscuri. Era una creatura smisurata, un essere prodigioso, eccessivo nel suo furore e nelle sue passioni. E non sempre era arruolato al servizio del Bene: stava piuttosto oltre il Bene e il Male, oltre tutte le regole e le leggi dell'umano. Era venerato come lo sono oggi i nostri santi patroni. Si raccoglievano le sue reliquie, si portavano offerte sulla sua tomba. Ma soprattutto ci si divertiva a narrare le sue imprese in forme sempre diverse e sempre nuove. Nei miti eroici si trova la matrice di tutte le narrazioni future. Ci sono amori, avventure, intrighi, prodigi, mostri. Ci sono viaggi fino alla fine del mondo e love stories che sfidano anche la morte. Tutto quello che ancora oggi ci appassiona e ci commuove quando leggiamo un romanzo o guardiamo un film, i greci lo avevano già narrato nei loro miti.

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Le recensioni degli AccioBookers

_elescarn

Recensito il 01/09/2023

“Una notte d'amore ma d'un amore che non era mai stato e non sarebbe mai stato sereno. E, in fondo, nessuno di noi umani può mai entrare nella gioia con piede sicuro: un dolore segreto s'insinua anche nei momenti della nostra felicità.” (pag. 51)

«Di tutte le creatute che hanno anima e cervello» disse dunque Medea, «noi donne siamo le più infelici: per prima cosa dobbiamo, a peso d'oro, comprarci un marito, che diventa padrone del nostro corpo. E questo è il male peggiore. Ma c'è un rischio più grande: sarà buono o cattivo? Separarsi è un disonore per le donne, e rifiutare lo sposo è impossibile. Se poi vieni a trovarti tra nuove usanze e abitudini diverse da quelle di casa tua, dovresti essere un'indovina per sapere come comportarti con il tuo compagno. Se ci riesci, e il marito sopporta la convivenza di buon grado, le cose vanno bene. Sennò, meglio morire. Quando si stanca di andare a casa, l'uomo può andarsene fuori e vincere la noia. Noi donne invece dobbiamo restare sempre con la stessa persona. Dicono che viviamo in casa, lontano dai pericoli, mentre loro vanno in guerra. Che follia! È cento volte meglio imbracciare lo scudo piuttosto che partorire una volta sola.» (pag. 65)

Aurora Precivale

Recensito il 03/02/2024

ho letto solo alcune parti per scuola