Tempo di lettura stimato:
5h 14m
Nessun utente scambia o vende questo libro
Editore: Bollati Boringhieri
Anno: 2010
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 157 Pagine
Isbn 13: 9788833921372
Trama
L'io non è una sostanza, è una parola. Ma una parola dal rango particolarissimo, senza la quale il mondo umano semplicemente non esisterebbe. Grazie a quel monosillabo si articola il linguaggio proposizionale e viene tracciata la linea di demarcazione tra la nostra specie e gli altri animali. Da maestro della filosofia analitica, Ernst Tugendhat prende le mosse di qui: in un saggio di smagliante acutezza chiarisce le fondamentali implicazioni antropologiche ed etiche dell'atto linguistico di dire "io". Innanzi tutto, dicendo "io" ciascuno di noi si pone al centro, nel senso che dichiara di avere al contempo coscienza di se stesso come centro e coscienza di altri centri, di altri esseri indipendenti dotati di un analogo statuto di realtà. Questa "egocentricità" - il riferirsi a sé che costituisce l'umano in quanto tale - non è in alcun modo eludibile, tanto da rimanere inalterata anche in una morale dell'abnegazione, che faccia del bene altrui il proprio scopo. Com'è possibile allora la mistica, il cui esercizio è finalizzato a ritrarsi da sé, a indebolire l'ancoraggio dell'io, a rinunciare a un fare intenzionato? Tugendhat ha il merito di concentrarsi sul paradosso apparente di "essere egocentricamente impegnati a distaccarsi dalla propria egocentricità", anzi di ritenerlo illuminante per l'intera questione. Perciò guarda a Oriente, dove mistiche non religiose, insegnano a depotenziare i propri desideri, più che a Occidente e a una religiosità che invece li proietta al di fuori.
Altre edizioni
Altri libri dello stesso autore
Autori che ti potrebbero interessare