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Dove mi trovo (1)

Jhumpa Lahiri

Genere: Formazione,

Editore:

Anno: 2018

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 180 Pagine

Isbn 10: 882352136X

Isbn 13: 9788823521360

Trama

Sgomento ed esuberanza, radicamento ed estraneità: i temi di Jhumpa Lahiri in questo libro raggiungono un vertice. La donna al centro della storia oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto, allo stesso tempo, di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo vivo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre. E poi ci sono i colleghi di lavoro in mezzo ai quali non riesce ad ambientarsi, le amiche, gli amici, e «lui», un'ombra che la conforta e la turba. Fino al momento del passaggio. Nell'arco di un anno e nel susseguirsi delle stagioni, la donna arriverà a un «risveglio», in un giorno di mare e di sole pieno che le farà sentire con forza il calore della vita, del sangue. Questo è il primo romanzo di Jhumpa Lahiri scritto in italiano, con il desiderio di oltrepassare un confine e di innestarsi in una nuova lingua letteraria, andando sempre più al largo.

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Le recensioni degli AccioBookers

alessiab

Recensito il 05/11/2021

- Frammenti di vita quotidiana di una donna anonima, "disorientata, persa, sbalestrata, sballata, sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, stranita". - Riflessioni e illuminazioni di tutti i giorni, estremamente lucide e chiare, mai banali nella loro semplicità. - Una storia che ben descrive i miei sentimenti della domenica. - Autoritratto psicanalitico: il rapporto con i genitori e gli uomini.

Stefi

Recensito il 03/11/2023

"Altro che ferma, sono sempre e soltanto in movimento, in attesa o di arrivare o di rientrare, oppure di andare via. Una piccola valigia ai piedi da fare, da disfare, la borsa in grembo, qualche soldo, un libro infilato lì dentro. Esiste un posto dove non siamo di passaggio? Disorientata, persa, sbalestrata, sballata, sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, stranita: in questa parentela di termini mi ritrovo. Ecco la dimora, le parole che mi mettono al mondo."

 

Questo pensa la protagonista di questo romanzo breve (o racconto lungo), di lei non sappiamo neppure il nome ma non è importante. Ciò che conta è quello che sente, che pensa, la sua solitudine e alienazione, la sua famiglia che l'ha condotta inevitabilmente al punto in cui si trova oggi e i suoi sforzi per inserire se stessa in un mondo tanto deludente con persone discutibili e altre meravigliose. Ho trovato qualcosa di me in lei, che mi ha permesso di empatizzare molto con questo personaggio forse un po' superbo e distante, ma anche malinconico e intelligente. È un'opera molto introspettiva e probabilmente troppo poco sviluppata, ma ha accresciuto la mia curiosità per questa scrittrice. Desidero leggere altro di suo.