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Diario di un dolore (11)

C.S. Lewis

Genere: Autobiografici, Drammatico

Editore: Adelphi

Anno: 1990

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 85 Pagine

Isbn 10: 884590752X

Isbn 13: 9788845907524

Trama

Il dolore puro è difficile da raccontare. Ma qui qualcuno ci è riuscito, con una precisione e un’onestà  che ci lasciano ammirati, arricchiti. Questo è un libro che riguarda da vicino chiunque abbia avuto nella sua vita un dolore. C.S. Lewis pubblicò nel 1961, sotto lo pseudonimo di N.W. Clerk, questo breve libro che racconta la sua reazione alla morte della moglie. Illustre medioevalista e amatissimo romanziere, amico di Tolkien e come lui dedito alle incursioni nel fantastico, C.S. Lewis si è sempre dichiarato innanzitutto uno scrittore cristiano. Ma un cristiano duro, nemico di ogni facile consolazione. E ciò apparirà  immediatamente in questo libro perfetto, dove l’urto della morte è subìto in tutta la sua violenza, fino a scuotere ogni fede. Non c’è traccia di compiacimento o di compatimento per se stessi. C’è invece un’osservazione lucida, che registra le sensazioni, i movimenti dell’animo che appartengono al segreto di ciascuno di noi – e che spesso non vogliamo riconoscere.

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Le recensioni degli AccioBookers

AccioBooks

Recensito il 16/09/2021

🌈ACCIOBOOKS APPROVED! 🌈 Questo è un Libro Ribelle che parla di: elaborazione del lutto, perdita di un* partner.

Sara

Recensito il 04/02/2023

Normalizzare il tema della morte è fondamentale. Lewis lo fa mettendo in discussione ciò in cui crede.

Stefi

Recensito il 24/12/2023

Senza considerare le ultimissime pagine in cui si specula molto sulla religione e su Dio, questo diario di Lewis mi è sembrato bellissimo, molto vero ed interessante. Tanti sentimenti e sensazioni fisiche sono state così autentiche da farmi sinceramente commuovere.

In questo breve estratto mi sembra si riassuma bene il tenore e il senso di questa breve opera:

"E il dolore assomiglia sempre alla paura. Forse, più esattamente, alla tensione. O all'attesa: andare su e giù in attesa che succeda qualcosa. Dà alla vita una sensazione di perenne provvisorietà. A che scopo cominciare qualcosa? Non ne vale la pena. Mi è impossibile star fermo. Sbadiglio, cincischio, fumo troppo. Prima avevo sempre troppo poco tempo. Ora non c'è altro che tempo. Tempo quasi allo stato puro, vuota sequenzialità."