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Città sola (6)

Olivia Laing

Genere: Letteratura,

Editore: Il Saggiatore

Anno: 2018

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 315 Pagine

Isbn 10: 8842824534

Isbn 13: 9788842824534

Trama

Bisogna aver toccato l'abisso per saperlo raccontare. Per descrivere il vuoto avvolgente di una ferita che diventa uno stigma o l'angosciante cantilena che rimbomba in una casa di cui si è da sempre l'unico inquilino. Per restituire con la sola forza della voce certi angoli della metropoli, dove la suburra si fa rifugio e l'esclusione sollievo; per dire il loro improvviso, tragico trasformarsi da giardino delle delizie in inferno musicale. Olivia Laing rompe le pareti dell'ordinario e edifica all'interno della New York reale una seconda città, fatta di buio e silenzio: un'onirica capitale della solitudine, cresciuta nelle zone d'ombra lasciate dalle mille luci della Grande Mela e attraversata ogni giorno dalle storie di milioni di abitanti senza voce. Un luogo in cui coabitano le esperienze universali di isolamento e i traumi privati di personaggi come Andy Warhol, Edward Hopper e David Wojnarowicz; in cui ogni narrazione è allo stesso tempo evocazione e confessione. Quella tracciata da Olivia Laing è una visionaria mappa per immagini del labirinto dell'alienazione. Un flusso narrativo che investe le strade di New York e nel quale si mescolano la morte per Aids del cantante Klaus Nomi e l'infanzia dell'autrice, cresciuta da una madre omosessuale costretta a trasferirsi di continuo per sfuggire al pregiudizio; gli esperimenti sociali di Josh Harris che anticiparono Facebook e i silenzi dell'inserviente-artista Henry Darger che dipinse decine di quadri meravigliosi e inquietanti senza mai mostrarli a nessuno; l'inconsistente interconnessione umana dell'era digitale e l'arida gentrificazione di luoghi simbolici come Times Square.

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Rosanna

Un'opera ibrida, a metà strada tra il memoir ed il saggio quella di Olivia Laing, che a partire da vicende personali allarga il discorso alla percezione ed al racconto della solitudine nell'arte di Hopper, Wojnarowicz, Wharol, Vivian Maier ed altri artisti. Che cos'è la solitudine, e perché è così difficile liberarsene? Cos'è che impedisce di empatizzare con i solitari e cosa vuol dire sentirsi soli in un'epoca iperconnessa come la nostra?