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CCCP. Ediz. italiana, spagnola e portoghese (0)

Frédéric Chaubin

Genere: Architettura contemporanea,

Editore: Taschen

Anno: 2017

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 448 Pagine

Isbn 13: 9783836565066

Trama

La bellezza del brutalismo sovietico Le rovine architettoniche dell’Unione Sovietica Nominato nel 2010 miglior libro sull’archittettura dall’ International Artbook and Film Festival a Perpignan, in Francia, il volume Cosmic Communist Constructions Photographed del fotografo Frédéric Chaubin ci accompagna alla scoperta di 90 edifici situati in quattordici ex-repubbliche dell’Unione Sovietica. Secondo la definizione del fotografo, ciascuna di queste strutture è espressione della quarta epoca architettonica sovietica, il fenomeno di imborghesimento che avvenne tra il 1970 e il 1990, finora rimasto nell’ombra. A differenza degli anni ’20 e ’50 quest’epoca non è caratterizzata dalla nascita di “scuole” e correnti ufficiali. Gli edifici costituiscono un impulso disordinato dettato da un sistema in declino. Approfittando dello sfacelo della struttura monolitica, gli architetti si spinsero ben oltre il modernismo, optando per un ritorno alle radici oppure un’innovazione senza freni. Alcuni dei più audaci realizzarono progetti che nemmeno i costruttivisti avevano osato sognare (Družba Sanatorium a Yalta), altri diedero sfogo alla loro fantasia tramite tecniche espressioniste (Palazzo dei Matrimoni a Tbilisi). E ancora, gli edifici del campo di detenzione per minori, ispirati alle bozze di un prototipo di base lunare, rivendicano l’influenza suprematista (campo della gioventù Prometheus, Bogatyr). Fino ad arrivare all’“architettura parlante” tipica degli ultimi anni dell’URSS: un crematorio decorato con fiamme di cemento (Crematorium, Kiev), l’istituto delle scienze con il disco volante atterrato sul tetto (Istituto di ricerca e sviluppo, Kiev), la sede della vita politica che osserva la città come il Grande Fratello (Casa dei Soviet, Kaliningrad). In un calderone di stili e soluzioni bizzarre, questi edifici costituiscono le incredibili rovine di un sistema in ginocchio. Grazie alle peculiarità appartenenti a ogni regione, mettono inoltre in luce la vasta geografia dell’Unione Sovietica, nonché la sua fine imminente, le crepe nel sistema. Al tempo stesso, testimoniano le aspettative ideologiche dell’epoca, dall’ossessione nei confronti dello cosmo, fino alle speranze di riacquisire un’identità.

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