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Bernardo Zannoni

Editore: Sellerio editore Palermo

Anno: 2023

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 180 Pagine

Isbn 13: 9788838945632

Trama

Gerolamo è una strana creatura, un ragazzo di venticinque anni che vive in una città di mare, abita da solo, mangia spesso dalla zia. Ha qualche amico e nessun lavoro, esce di sera e di notte, dorme la mattina. Aspetta, ma non si sa bene cosa. Lo agita un desiderio quasi violento di diventare adulto e al tempo stesso porta dentro di sé un Gerolamo precedente, bambino e adolescente, che non lo vuole abbandonare. Eppure nella sua attesa, nell'immobilità, nell'indecisione sospesa tra dubbi e inesperienza, nella paura costante di perdersi, Gerolamo è travolto dall'intensità e dalla meraviglia di quanto gli accade. Ha un amico che sta molto male, un altro che finalmente si è innamorato, un pappagallo da accudire per qualche giorno, la ragazza del piano di sopra sul punto di partorire. Fuma molte sigarette, beve volentieri, ma soprattutto Gero spera che giunga un momento in cui le cose cambino, in cui per lui e per tutti quelli intorno a lui arrivi il «punto di rottura», un bagliore di chiarezza che squarcia le nubi piene di pioggia, la realtà finalmente tirata a lucido, la vita che si mette a scorrere nella direzione giusta. Alla sua seconda opera Bernardo Zannoni racconta il mondo degli umani con la fantasia e la profondità emotiva con cui aveva narrato la società degli animali ne "I miei stupidi intenti". Scrive un romanzo che ha i tempi scomposti e incoerenti della giovinezza, lo sguardo in cui si fondono dolcezza e crudeltà di chi ha fame di vita, la comicità e l'assurdo delle menti che si avviluppano su se stesse. Dalle sue incursioni appassionate, fiabesche, avventurose, scaturisce un disegno di sorprendente realismo, un ritratto pieno di curiosità e di premura, al tempo stesso divertito e sgomento di fronte a quegli strani esseri che compongono il genere umano.

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Le recensioni degli AccioBookers

alessiab

Recensito il 09/02/2024

Le aspettative erano alte. Purtroppo, sono state deluse.

Ho trovato il romanzo insipido sia dal punto di vista della trama che dello stile.

Dalla scelta dell'ambientazione a quella dei nomi dei personaggi, atipici ma non impossibili, fino ad arrivare all'episodio assurdo della lettera di licenziamento e alla “pillola blu” dei sogni, il lettore è catapultato in un mondo che non è reale, ma neanche immaginario né onirico. Ma nel 2023, il verosimile è ancora una scelta felice?

Gero è un inetto di 25 anni, che ha problemi che - mi immagino - un venticinquenne maschio bianco eterosessuale può avere. Quello più grave è che è in assoluto dis-contatto dalla sua emotività. L'epifania finale risulta banale: un sano pianto liberatorio è “il punto di rottura” che finalmente questi maschi di provincia riconoscono e accettano e io penso “ben venga, era ora!”, ma non posso fare a meno di pensare che, se l'interiorità è a un livello così base, poveri noi. La focalizzazione zero avrebbe aiutato a scavare nell'animo di Gero, che - poverino - da solo, con la focalizzazione esclusivamente interna, fa davvero fatica. E il lettore - anzi, meglio, la lettrice! - con lui. L'accettazione della tristezza e dello stallo, il sentimento di perdita e di apatia sono certamente tematiche importanti e care alla mia generazione, a chi è nato tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000. Proprio perché sono importanti avrei voluto che fossero affrontate con meno superficialità, una superficialità che non riesco ad attribuire solo all'incapacità di Gero di guardare dentro di lui. Il titolo, 25, è pretenzioso: Gero si vuole portavoce di una generazione che non riesce minimamente a rappresentare, racchiudere, simbolizzare. 

Questo libro manca di donne. Non mi reputo talmente “pregna” di femminismo da ritenere che un libro che manca di donne sia un libro brutto. Però, però, però. Zia Clotilde, la Betta, Isidora, la responsabile della fabbrica, l'ex fidanzata, Beirut. Manifestazioni di una femminilità vuota.