Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975[1]) è stato un regista, sceneggiatore, attore, poeta, scrittore, drammaturgo, giornalista e filosofo italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo.
Culturalmente versatile[2], si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista.
Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti.
Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico[3].