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Storia di Ásta (9)

Jón Kalman Stefánsson

Genere: Letteratura,

Editore: Iperborea

Anno: 2018

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 479 Pagine

Isbn 10: 8870916006

Isbn 13: 9788870916003

Trama

Stavanger, Norvegia. Sigvaldi giace supino sul marciapiede. Come nuvole in perenne movimento e mutazione, avanti ai suoi occhi scorrono frammenti di memoria, persone amate, conoscenti, rimorsi, gioie, incomprensioni, tradimenti e lettere mai spedite: tutti i brandelli di una vita che avrebbe potuto essere ma non è stata. Ora immobilizzato a terra e incapace di alzarsi, si ricorda dell’uomo che era trent’anni prima in Islanda: sereno, solido e senza paura, un gran lavoratore che usciva in mare d’inverno e durante l’estate faceva l’imbianchino. La sua prima moglie Helga, selvaggia e poetica, quando ancora era bella come Liz Taylor, profondamente innamorata di lui eppure consumata dall’inquietudine. Poi l’abbandono, la fatica, l’alcol, la follia. E la figlia Ásta, la secondogenita, la più amata, la più dolce, ma af?itta, in fondo agli occhi, da un malessere senza nome. Con la prosa incantata che gli è valsa migliaia di lettori e decine di premi in tutto il mondo, con la sua palette di colori infinita per dipingere la tragedia, il calore, l’insensatezza e la gioia più sfrenata della vita, Jón Kalman Stefánsson scrive per ricordare le cose che contano, per regalare una briciola di eternità a vicende e persone che altrimenti, per la sorte ingiusta che tocca a ognuno, cadrebbero nell’oblio.

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Le recensioni degli AccioBookers

Stefi

Recensito il 24/08/2023

Ho lasciato tantissimi post it in questo romanzo perché ogni tanto vado a rileggere le bellissime frasi sull'amore, sulla famiglia, sulla condizione umana che sono disseminate in queste pagine. È un libro profondo e poetico che mi ha molto commossa.

 

"Malinconia. Senso di colpa. Accusa. I tre cecchini che mirano diritto al cuore, e fanno sempre centro."

 

"Si sono dimenticati di disconnettermi il desiderio di libertà e di avventura. E adesso è troppo tardi, sono troppo vecchia. Tu sei libero, perché non vedi la prigione che ti circonda. Io sono prigioniera, perché vedo le sbarre. Tu sei stato scollegato in tempo. Ti hanno staccato l'inquietudine, la foga, la sete di novità, di imprevisto. A me invece è rimasto tutto dentro. È questa la mia sventura."