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Ricordi e affetti (0)

Benedetto Gentile

Editore: Le Lettere

Anno: 2022

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 180 Pagine

Isbn 13: 9788860879639

Trama

Benedetto Gentile è nato a Palermo il 10 luglio 1908, quinto dei sei figli del filosofo Giovanni e il suo nome viene scelto in omaggio a Benedetto Croce. Entra in carriera diplomatica nel 1935 e nel 1936 viene destinato ad Alessandria in Egitto come Vice Console. Dal 1937 è a Londra dove rimane fino al 1942 quando viene trasferito a Basilea come Console aggiunto. Nel 1943 rientra a Roma e dal 1945 al 1947 è al Ministero. Lascia la carriera diplomatica nel 1949 per occuparsi, col fratello Federico, della casa editrice Sansoni di cui è presidente fino al 1976. Dal 1946 in poi si è anche dedicato alla Fondazione intitolata al padre, dotata della sua biblioteca e dell’archivio, che nel 1954 viene donata all’Università “La Sapienza” di Roma. In questo libro ha voluto dare una testimonianza della sua vita e delle sue esperienze nel campo editoriale e diplomatico. Dalle pagine dei ‘Ricordi’ emerge in particolare la figura del padre, come in questo ricordo di bambino: «Non so se egli avesse allora una predilezione per me. Così si diceva in casa, anche perché sembra io fossi l’unico che si azzardasse ad andare a bussare alla porta del suo studio mentre lavorava. Riconosciutomi mi lasciava entrare ed io mi sedevo in un angolo, su una sediola, a sfogliare una grande edizione illustrata della Storia della Rivoluzione Francese del Thiers. Sul rapporto Gentile-Croce scrive che: «deve essere indagato anzi tutto sotto il profilo psicologico. È sotto questo segno che vanno ricercate le origini del comportamento dell’uno e dell’altro, a parer mio specialmente di Croce. Qual è stata insomma la vera radice di un distacco che è giunto ad esprimersi in forme e toni tanto violenti? […] I temperamenti dei due uomini non potevano essere più dissimili, così come la loro estrazione e le condizioni in cui le loro vite, rispettivamente, si sono svolte». In conclusione, come lui stesso scrive: «[…] questi miei ricordi, anziché seguire una strada dritta, vanno svicolando a destra e a manca, un ricordo richiamandone un altro e mutando perciò sfondo e momento».

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