Tempo di lettura stimato:
10h 2m
Editore: Il Saggiatore
Anno: 2017
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 301 Pagine
Isbn 13: 9788842823773
Trama
Quale strana creatura fatta di stracci si trascina sul pavimento di una casa disabitata, cercando la libertà? E poi: innominabili culti sotterranei, che cospirano per disfare il tessuto della realtà, corpi che tornano dalla tomba, notti di Halloween illuminate solo dal ghigno mefistofelico delle zucche intagliate da mani rinsecchite. Orrori senza volto, libri proibiti, ossa parlanti: la danza macabra che anima le pagine di questo diario notturno non conosce pace. Diciannove racconti di un terrore palpabile e perturbante, ambientati là dove si annidano le crepe che danno accesso alle ombre. Un'indagine narrativa sull'essenza stessa dell'orrore, capace di spingere il lettore a interrogarsi sui fondamenti su cui si basa la realtà. Consumato manipolatore di ombre, Thomas Ligotti proietta i suoi incubi sullo sfondo di un'America che non conosce più il tepore rassicurante del sogno; un'America fosca e deserta, punteggiata di città fantasma, bui seminterrati, labirinti di cemento e cavi elettrici dove si consuma la dannazione dell'uomo moderno. In questi racconti, che della weird fiction rappresentano un vertice, non c'è il sole ad attendere il lettore: crollati i confini che separano il mondo dei vivi da quello dei morti, il sogno dall'incubo, i protagonisti di Thomas Ligotti non hanno salvezza, costretti come sono ad agitarsi senza sosta in un carnevale di specchi deformanti, ciascuno incapace di restituire immagini veritiere.
Altre edizioni
Altri libri dello stesso autore
Autori che ti potrebbero interessare
Le recensioni degli AccioBookers
Lollo98 ( spedizioni dal 09/11 )
Recensito il 14/12/2023
In quanto amante del genere horror, dopo aver letto numerose recensioni positive su quest'opera, ho deciso di dedicarmi alla lettura di questa raccolta di racconti. Non lo avessi mai fatto! Uno dei libri più noiosi che io abbia mai letto. Il linguaggio arcaico a mio parere, oltre a rendere più difficoltosa una lettura di per sé già monotona, è stato scelto per pura imitazione dei grandi maestri dell'horror: Poe e Lovecraft. Vengono usati paroloni esagerati per esprimere concetti banali, a volte addirittura scontati, che in fin dei conti sono gli stessi in tutti i racconti: c'è una ripetitività assurda. Molti racconti sono brevi, il lettore non viene minimamente coinvolto e appena le cose si fanno interessanti la storia finisce in un nonnulla. Le ambientazioni sono surreali, per lo più oniriche, molte di queste riprendono cliché del genere ma, poiché non abbastanza approfonditi, non provocano paura nell'animo di chi legge. Probabilmente l'autore con questa serie di racconti 'horror', più che voler inquietare il lettore, voleva comporre un'opera filosofica che andasse a indagare nel profondo l'animo umano. Le cose sono due: o io non sono riuscita a cogliere il messaggio ( ma in neanche uno dei diciannove racconti ) oppure Ligotti, dopotutto, non è proprio chiaro nei confronti del suo pubblico.