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Non dimenticarlo mai (4)

Federica Bosco

Editore: Garzanti

Anno: 2021

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 336 Pagine

Isbn 13: 9788811818953

Trama

La mattina del suo quarantanovesimo compleanno Giulia è seduta sullo sgabello della cucina a bere un caffè e, mentre contempla la nebbia dell’inverno milanese, viene travolta da un attacco di panico in piena regola. Lei, giornalista di costume in una rivista di grido, con una vita scandita da mille impegni, avverte all’improvviso la consapevolezza che la sua esistenza così com’è sembra non avere più alcun senso. Un compagno da quattro anni, Massimo, anch’egli giornalista con una forte propensione all’indipendenza, una madre giocatrice incallita dalla personalità crudele e affascinante da cui ha imparato a guardarsi le spalle, qualche amica con cui condividere sfilate e pettegolezzi, un fratellastro amatissimo, un padre artista e sognatore, e questo è tutto. Ciò che la sconvolge, però, è l’impellente desiderio di maternità mai provato prima, giunto molto oltre i tempi supplementari, che adesso le sembra l’unica ragione di vita. Le reazioni delle persone vicino a lei non sono incoraggianti e, accompagnata da un coro di «ma tu non ne hai mai voluti», Giulia si accinge non senza difficoltà a convincere il compagno a imbarcarsi nel complicato mondo delle cure per la fertilità, ispirata da un’idea di famiglia in cui crede ancora nonostante la sua infanzia passata a giocare a Barbie sotto i tavoli verdi. Massimo però si rivela un partner imprevedibile, che la porta un giorno in un paradiso di mille premure e quello dopo nell’inferno dell’indifferenza, facendola sentire ancora più sola. Così Giulia, quasi senza alleati, decide di abbandonare per sempre la sua zona di confort e di spiccare un salto nel vuoto. Alternando ironia e malinconia col suo stile inconfondibile, Federica Bosco ci trascina in un crescendo di emozioni e colpi di scena raccontando una storia in cui tutti possiamo riconoscerci, perché e non è mai troppo tardi per prendere una decisione folle, se è quella che ti può rendere felice.

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La biblioteca di Marghe

Recensito il 12/05/2023

Giulia, una giornalista milanese di successo, si destreggia tra interviste, call, appuntamenti ed aperitivi..giornate piene e senza sosta; è fidanzata con Massimo da 5 anni, anche lui un giornalista ma ognuno vive a casa propria, la loro relazione non ha ancora subito una svolta ma va bene così..finché alla soglia dei suoi cinquant’anni, in una qualsiasi mattina di dicembre Giulia ha un’improvviso attacco di panico in piena regola e tutte le sue certezze vacillano: cosa ha costruito nella sua vita? Perché non si è ancora sposata e soprattutto perché non ha ancora avuto un figlio?
Tutto quello che pensava le bastasse avere nella sua vita d’un tratto non le basta più e capisce di desiderare la maternità fino al midollo anche se si sente già fuori tempo massimo. Risoluta e senza indugi lo dice subito a Massimo che dapprima rimane interdetto ma poi la segue nel faticoso viaggio della fecondazione assistita, la FIVET. La stimolazione ormonale, le continue ecografie e monitoraggi non sembrano far indugiare neanche di un millimetro Giulia, nonostante non si senta appoggiata dalla mamma (che non è certo una mamma con la M maiuscola) nè dalle amiche di sempre che le voltano le spalle proprio in questo momento così delicato. Solo suo fratello Emanuele ed Aurelio, un veterinario che conosce ad uno degli appuntamenti di controllo della gravidanza, sembrano essere dalla sua parte. Durante questo percorso Giulia imparerà a conoscersi davvero, a discernere le persone “buone” da quelle “cattive”, ad affrontare le sue più profonde debolezze anche se questo avrà dei risvolti nella sua vita che lei mai si sarebbe aspettata.

È il primo libro che leggo di questa autrice e avendone sempre sentito parlare molto bene avevo delle buone aspettative. Devo dire che la scrittura è molto scorrevole e piacevole: si passa dal sorridere di gusto al dispiacersi insieme alla protagonista. Gli argomenti trattati non sono per nulla semplici da raccontare e in alcuni aspetti la narrazione diventa molto toccante. Ho riso e pianto con Giulia (ebbene sì c’è scappata anche la lacrimuccia sul finale), mi sono arrabbiata con lei in alcuni momenti ma l’ho anche compresa e perdonata.
4 stelle e mezzo (che qui sfortunatamente non si possono assegnare).