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Non abitiamo più qui (2)

Andre Dubus

Genere: Drammatico,

Editore: Mattioli 1885

Anno: 2009

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 240 Pagine

Isbn 10: 8862610858

Isbn 13: 9788862610858

Trama

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Le recensioni degli AccioBookers

alessiab

Recensito il 25/09/2021

- Angosciante. Trovo molto difficile parlare di questo libro... - Raccolta di tre racconti che mi ha messo un profondo malessere (in particolare, i primi due racconti "Non abitiamo più qui" e "Adulterio"). L'angoscia è dovuta alla tremenda realtà cui Dubus mette di fronte il lettore: l'amore finisce, il sesso è tutto, il compromesso non serve a nulla, i problemi quotidiani sono inaffrontabili. Dubus non rivela niente di nuovo: eppure, la banalità di ciò che rivela è esasperante, angosciante. Ho trovato il primo racconto talmente soffocante che ho dovuto più volte interromperne la lettura: la moglie del protagonista, Terry, è esasperante - disordinata, caotica dentro e fuori, ubriacona; Jack, dal cui punto di vista è narrata la maggior parte del racconto, è un inetto, un narcisista inconsapevole, persino un sadico, un fallito che - il lettore lo sa - non troverà il coraggio di lasciare Terry. La tenerezza che pervade il secondo racconto, "Adulterio", è ingiusta: Joe ama Edith come amerebbe qualsiasi altra donna, eppure la morte che lo sta consumando costringe il lettore a mettere da parte il suo spirito critico e a far prevalere il sentimento, facendo quasi il tifo per loro. Entrambi i racconti sono claustrofobici: l'uno ti fa sentire in trappola nella vita, l'altro nella morte. - L'ultimo racconto è quello più "leggero": ho provato molta simpatia per Hank, che - al contrario di Jack - sono riuscita a percepire come un uomo prova e sente molto. La narrazione dell'interiorità di Hank è molto più acuta di quella di Jack. In alcuni tratti di Hank mi sono riconosciuta: l'identificazione con il lavoro, lo sforzo di stare bene, il bisogno di una donna che capisce il suo lavoro ovvero la sua essenza. Eppure, nonostante quello che può sembrare un lieto fine, il lettore è disilluso: sa che il sogno del feto abortito tornerà, sa che Lori non ci sarà per sempre (almeno, se lo immagina perché ha letto i racconti precedenti...), sa che il rapporto tra Sharon e Hank diventerà complicato... Hank si illude, ma forse è - tra i personaggi - quello che più può permettersi di illudersi senza restare imprigionato in una vita che non vuole.