Tempo di lettura stimato:
11h 52m
Genere: Drammatico, Avventura, Classici moderni
Editore: Mondolibri
Anno: 2008
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rigida
Pagine: 356 Pagine
Trama
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa di Herat, dove il padre non la porterà mai perché lei è una harami, una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashto e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile.
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Le recensioni degli AccioBookers
Stefi
Recensito il 21/08/2023
Non so quante volte ho avuto bisogno dei fazzoletti durante la lettura. Le vite di Mariam e Leila sono così ingiuste e complesse che è impossibile non commuoversi e non sperare sempre in una via d'uscita. Il desiderio di sapere il destino delle due protagoniste e lo stile di scrittura molto chiaro e scorrevole mi hanno coinvolta molto; quanto è difficile lottare per la vita a volte e per quei mille splendidi soli che ci attendono.