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L'ultimo sospiro del Moro (1)

Salman Rushdie

Genere: Saghe familiari,

Editore: Club degli Editori

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rigida

Pagine: 479 Pagine

Trama

L’ultimo sospiro del moro “La mia è la storia della cacciata dal paradiso di un sangue misto di illustri natali – di me, Moraes Zogoiby detto “il Moro”, unico erede maschio di milioni di rupie fatti con il commercio delle spezie dalla dinastia dei da Gama-Zogoiby di Cochin, e dell’esilio a cui sono stato obbligato da mia madre Aurora, nata da Gama, la più famosa dei nostri artisti moderni, una donna bellissima, ma anche la lingua più tagliente della sua generazione.”Dalla scomparsa del bisnonno Francisco, inghiottito dalla laguna che circonda la sua proprietà , e dal conflitto di famiglia che ne deriva, un’epica battaglia conclusa con il rogo delle piantagioni sul Monte delle Spezie, quella dei da Gama è una famiglia destinata a rimanere divisa, non tanto da cupidigie o segreti quanto da sacchi di pepe e linee tracciate col gesso sui pavimenti di casa, come frontiere. Una lotta in cui sono le donne le vere protagoniste, e le loro passioni, perché se l’amore non è tutto, allora è nulla. Nei suoi imperscrutabili furori, a cercare di conservare un’integrità  che si frantuma è Aurora, in magici dipinti dove svela i segreti della sua famiglia e del suo tempo. Sarà  il “Moro” a raccontarceli, a guidarci in questa strana stirpe in cui si mescolano sangui diversi, “una maledetta, ostinata progenie” ogni membro della quale nasconde una passione e un destino. Una famiglia che corre verso la sua dissoluzione, sempre sospesa fra amori totali e infedeltà . “Noi siamo il meglio e il peggio dell’India. Abbiamo amato il meglio, ma in qualcuno è stato il peggio a trionfare.” E’ così che L’ultimo sospiro del Moro si trasforma in ciò che realmente è, il romanzo della Madre India con le sue vesti sgargianti e il suo moto inesauribile, madre premurosa e senza cuore, luminosa e oscura, che ama e distrugge i suoi figli. Dopo aver dato voce alla sua terra con I figli della mezzanotte, Salman Rushdie vi fa ritorno con una di quelle prodigiose metafore che solo la grande letteratura ci può dare, canto d’amore per un mondo che scompare proprio a causa della sua straordinaria vitalità .

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