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Genere: Storia,
Editore: Mondadori
Anno: 1995
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 667 Pagine
Isbn 10: 8804330791
Isbn 13: 9788804330790
Trama
I centocinquantanni che passano di solito sotto il nome di Rinascimento furono il lasso di tempo in cui il mondo occidentale si indirizzò sulla strada che ha portato ai giorni nostri. I più avveduti fra gli uomini che vissero in quel periodo sentiva di far parte di un’epoca speciale dopo il relativo immobilismo dei secoli medioevali: a parte l’appropriazione di qualche scoperta fiorita in precedenza, come la bussola, l’impressione era corretta, anche se, come in tutti i momenti innovativi, fu necessario fare i conti con i retaggi del passato. Il superamento delle vecchie idee non fu facile anche perché la parte della società esposta al cambiamento era essenzialmente un élite, mentre gran parte della popolazione – nelle campagne e negli strati ‘proletari’ delle città – veniva lambita solo marginalmente. La nuova fioritura delle arti e delle lettere stimolata anche dalla riscoperta dei classici, le scoperte geografiche e le invenzioni fondamentali come quella della stampa, una nuova attenzione scientifica orientata più sulla pratica che sulla teoria, l’esplosione dei commerci fino a una vera e propria idolatria per la mercatura: molteplici sfaccettature di un modo di pensare e di vivere rinnovato sempre più in profondità e che, pur prendendo il via soprattutto nell’Italia del Quattrocento, si diffuse ben presto nell’intero continente. Anzi, è proprio l’aumento degli interscambi commerciali e della mobilità legata agli interessi culturali (comunicazioni fra eruditi di vari Paesi, desiderio di visitare monumenti lontani, artisti chiamati a fornire la loro opera in corti lontane) – oltre, ovviamente, ai miglioramenti nella cartografia – a far percepire per la prima volta il concetto di Europa a persone i cui padri erano abituati a non guardare e ‘pensare’ oltre il proprio, limitato territorio. Con un rovescio della medaglia, però: i confini e le caratterizzazioni nazionali, a volte ai limiti del razzismo, si combinarono alle armi da fuoco sempre migliori e alla religione (sotto l’aspetto degli opposti estremismi di Riforma e Controriforma) iniziando a far scorrere il fiume di sangue che si è arrestato – seppure non del tutto – solo alla metà del Novecento. Lo storico inglese John Hale descrive questi processi storici – brutalmente banalizzati nelle frasi che precedono – in oltre seicento pagine riccamente illustrate (in bianco e nero, almeno nell’edizione Mondadori in mio possesso) e intessute di una miriade di documenti che comprendono anche brani letterari e memorialistica e provengono da ogni angolo d’Europa. Scritta negli anni Ottanta del secolo scorso – prima che l’autore fosse colpito dalla malattia che lo condurrà in pochi anni alla morte – l’opera scorre comunque con buon ritmo e per nulla ardua consentendo sia un ottimo ripasso, sia la scoperta di aspetti sconosciuti e inattesi.
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