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La base atomica (3)

Halldór Kiljan Laxness

Genere: Letteratura,

Editore: Iperborea

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 192 Pagine

Isbn 10: 887091528X

Isbn 13: 9788870915280

Trama

Islanda, fine anni Quaranta. Da uno sperduto e arretrato villaggio del Nord, Ugla, una robusta ragazzotta ignara di tutto a parte il duro lavoro contadino, arriva a Reykjavik per la­vorare come governante a casa di Búi Árland, letterato, filosofo, uomo d’affari nonché membro del Parlamento. L’intera città è in fermento, per le strade gruppi di soldati americani si alternano ad agguer­rite manifestazioni perché l’Islanda non diventi una colonia statunitense, i politici dibattono, la gente protesta. Quello che Ugla scopre è che il suo paese, appena uscito dalla Seconda guerra mondiale riuscendo finalmente a ottenere l’indipendenza, è ora oggetto delle mire imperialiste degli Stati Uniti che, in piena guerra fredda, premono per insediarvi una loro base militare. E che il primo ministro sta già concludendo l’accordo per “vendere” un pezzo d’Islan­da e concedere la controversa base atomica. Perché compromettere l’autono­mia appena ottenuta e prendere parte ai rischi di un nuovo conflitto? Nella crescente isteria generale, Ugla, campagnola tutt’altro che ingenua, scopre l’altra faccia della moder­na e sofisticata città: un mondo frivolo e superficiale di intrighi economici e politici, di individui pretenziosi e arroganti. Fortunatamente Ugla è a Reykjavik anche per un altro motivo: imparare a suonare l’organo. E a casa del suo insegnante di musica, libero pensatore ed eccentrico anticonformista, la ragazza conosce il lato più vivace e progressista di Reykjavik, il mondo delle correnti d’avanguardia, il “Poeta atomico” e tutta una cerchia di infiammati quanto bizzarri artisti e intellettuali.

Ispirato a fatti reali e scritto a caldo nel 1946-47, quando il governo concesse agli Stati Uniti la controversa base militare (che contava tanti soldati quanti il totale della popolazione islandese), la prima tiratura del romanzo andò interamente esaurita nel giorno in cui uscì. La tematica scottante e il modo politicamente scorretto di trattarla alzò un polverone di polemiche e impedì per molti anni che il libro venisse tradotto in altre lingue. Ma La stazione atomica rimane a oggi un romanzo di denuncia sociale e politica di sorprendente attualità, di ironia pungente e simbologia sottile. Laxness si conferma maestro di una surreale “commedia nera” che ci restituisce un potente ritratto della sua terra, sospesa tra progresso e radici, e allo stesso tempo delle contraddizioni, dei vizi e delle isterie della società contemporanea.

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