Tempo di lettura stimato:
6h 4m
Genere: Racconti,
Editore: Adelphi
Anno: 1987
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 182 Pagine
Isbn 10: 884590265X
Isbn 13: 9788845902659
Trama
Per Anna Maria Ortese, qualsiasi cosa tocchi con la parola, la materia
si trasforma in quella «materia indivisibile di cui parla la fisica nei
suoi momenti di sogno». Come ogni vero scrittore fantastico la Ortese,
probabilmente, non vorrebbe essere tale. Vorrebbe soltanto nominare la
realtà che conosce. Ma la sua realtà è subito allagata da una piena di
immagini, che la rendono multipla, variegata, senza fondo. «Tutto era
infinitamente più grande, più mutevole, più bizzarro di quanto io
potessi capire»: questa sembra essere stata, sembra essere ancora, per
lei, la sensazione primaria. In questo nuovo libro di racconti, il primo
dopo lunghi anni di silenzio, ci troviamo da un capo all’altro immersi
in questa realtà seconda, spesso angosciosa, o minacciosa, ma anche
talvolta attraversata da un trillo di incantevole comicità o da un’aerea
ebbrezza.
Oltre a quello narrativo, vi è poi un altro versante
nella sua opera, che si mostra nelle ultime due, mirabili prose di
questo libro. Come definirle? Meditazioni? Comunque, proprio in questa
zona, nella conversazione immaginaria intitolata "Piccolo drago",
incontriamo una autoconfessione che accende la lingua italiana di un
pathos visionario quale raramente ha avuto l’occasione di ospitare. Qui
stillano come gocce infuocate le parole di qualcuno che può dire di sé:
«l’inferno di questo secolo non mi fu ignoto né estraneo». E qui la voce
della Ortese, che altrimenti sussurra «in sonno e in veglia»,
improvvisamente vibra di offesa eloquenza per difendere l’esistenza
animale, che è anche la nostra esistenza animale, di quella parte di noi
che appartiene ai «popoli muti di questa terra, i popoli detti Senza
Anima – dal Dittatore fornito di anima – e per di più mortale! – che è
il loro carnefice da sempre».
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