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Il pozzo della solitudine (1)

Radclyffe Hall

Genere: Classici moderni,

Editore: Corbaccio

Anno: 2008

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 545 Pagine

Isbn 13: 9788879729628

Trama

Apparso per la prima volta in Inghilterra nel 1928, attirandosi immediate critiche e richieste di ritiro della pubblicazione per «oscenità», "Il pozzo della solitudine" è una testimonianza di quanto proverbialmente ferisca più la penna che la spada: poco dopo la sua uscita un recensore inglese lo paragonò a «una fiala di acido prussico», che a sua opinione avrebbe fatto meno danni alla gioventù rispetto alla lettura del volume. Quello che le autorità temevano era che il romanzo scatenasse «un’epidemia di omosessualità». L’opera, latamente autobiografica e presto rimossa dalla circolazione, mette infatti in scena il conflitto identitario di una donna della buona società inglese che, facendosi chiamare Stephen Gordon e intraprendendo una relazione con Mary Llewellyn, incontrata a Compiègne durante la Prima guerra mondiale, osa mostrare pubblicamente tutti gli aspetti dell’amore lesbico. Il vero scandalo del "Pozzo della solitudine" risiede nel genere delle due protagoniste nonché nell’ambiguità di Stephen, imprigionata in un corpo femminile che non sente suo. La solitudine del titolo è allora quella a cui i personaggi sono costretti: l’amore fra due donne, per quanto non sanzionato dalla legge, era comunque considerato immorale, e obbligava a una vita da invisibili. Quando l’unica cosa che Stephen, e Radclyffe Hall insieme a lei, vorrebbero rivendicare è un semplice «diritto all’esistenza». Ristampato nel Regno Unito solo nel 1954, "Il pozzo della solitudine" è dunque la storia di una donna coraggiosa alla ricerca, costante e vana, della propria felicità; il racconto di una vita che, oggi come ieri, non smette di interrogare chi legge; la «Bibbia della letteratura lesbica» (The Times).

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Le recensioni degli AccioBookers

Stefi

Recensito il 20/08/2023

"Il pozzo della solitudine" è un romanzo struggente che ho amato alla follia, dalla scrittura dolce e dallo stile molto descrittivo grazie al quale riusciamo ad immaginare bene gli scenari in cui si sviluppa la trama e a conoscere a fondo i protagonisti. Credo si possa considerare senza indugi un romanzo di formazione, infatti seguiamo le vicende di Stephen dalla sua nascita a Morton, nella campagna inglese, fino all'età adulta; i suoi genitori Sir Philip e Anna scelgono di battezzarla con un nome maschile dato che desideravano tanto un figlio maschio. Purtroppo già dall'infanzia Stephen conosce l'emarginazione condita da battutine maligne, infatti i suoi coetanei la giudicano "strana" per i suoi atteggiamenti troppo maschili, nel frattempo cresce tra lezioni di scherma e battute di caccia, passatempi prettamente per ragazzi. Il suo primo amore sarà una cameriera di nome Collins, per cui proverà i primi ardori e i primi attacchi di gelosia, ma è a 18 anni che acquisisce la reale consapevolezza di essere omosessuale. Mi fermo qui per non anticipare troppo, ma vi dico che mi sono sentita così vicina a Stephen durante tutta la lettura, che spesso avrei voluto conoscerla di persona, averla qui con me e chiacchierare con lei, esserle amica e dimostrarle che il destino oscuro e solitario non è l'unico possibile per lei. Alle spalle di Stephen c'è sicuramente molto dell'autrice Radclyffe Hall, nata Margaret, nome femminile a cui ha rinunciato. Pensate che quando pubblicò questo libro, dovette affrontare un processo per oscenità, però  malgrado tutto l'ostracismo che incontrò il suo romanzo comunque fu un successo.

 

"Il nostro amore potrà essere fedele fino alla morte ed oltre, ma il mondo lo considererà impuro. Non faremo del male ad anima viva col nostro amore, ma tutto ciò non ti salverà dal biasimo del mondo, che stornerà lo sguardo dalle tue nobili azioni, trovando in te solo corruzione e viltà."