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Il piccolo hotel (1)

Christina Stead

Editore: Adelphi

Anno: 2008

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 205 Pagine

Isbn 10: 8845918246

Isbn 13: 9788845918247

Trama

In un piccolo hotel sulle rive del Lago Lemano uomini e donne di varie nazionalità trascinano pigramente la propria vita – nell’attesa che il mondo uscito dalla seconda guerra mondiale acquisti tratti meglio definiti. Nella neutralità spaziotemporale dell’amena località, nella nitida impersonalità dell’albergo gli ospiti si avvicendano, vagano sospesi: lontani dai loro paesi d’origine e dai milieu cui appartengono, hanno perso lo scintillio del trucco di scena e si lasciano osservare nella loro verità sconcertante, paradossale, e senza censure. Bastano così poche pagine perché l’idillio si incrini e ci si senta risucchiati dal movimento sfrenato di una giostra di personaggi cinici, di affaristi e scrocconi grotteschi, di donne melanconiche e malmaritate e uomini gretti o pazzi o solo inguaribilmente tristi. E il piccolo hotel di Madame Bonnard – che con equanimità e saggezzaci racconta la storia di ognuno di loro – ci appare di volta in volta un’esilarante gabbia di matti o il rifugio di chi a casa propria non vuole o non può tornare. Con questo fiammante piccolo libro – il più amato da Saul Bellow fra tutti i romanzi della scrittrice australiana – Christina Stead ci fa dono di una <i>sophisticated comedy</i> con più di una punta di crudeltà, scritta per Bette Davis più che per Doris Day, in cui il fascino irrispettoso del bianco e nero evidenzia le ombre in tutta la loro profondità.

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