Tempo di lettura stimato:
24h 8m
Nessun utente scambia o vende questo libro
Editore: Sellerio editore Palermo
Anno: 2013
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 724 Pagine
Isbn 13: 9788838930621
Trama
Aleksander Wat (1900-1967) fu poeta, ebreo e polacco. Queste tre qualificazioni delineano subito nella mente il perimetro delle sue memorie del secolo scorso: l'elite intellettuale dell'Europa centrale affascinata dagli esperimenti artistici esistenziali e politici tra le due guerre mondiali; la tragedia nello sradicamento e della deportazione; il terrore nei diabolici laboratori del totalitarismo novecentesco. Lo scrittore Paul Auster le ha definite senza mezzi termini: "un capolavoro di autobiografia... Uno dei più commoventi e potenti libri che abbia mai letto" e non deve essere estraneo a questo giudizio il fatto che è come se questa autobiografia mostrasse quante vite potessero coesistere in una nel secolo di Wat, quante esistenze diverse potessero trascorrere in una sola quando "mio secolo" significava passare dall'avanguardia dadaista al comunismo alla conversione religiosa, dall'occupazione nazista alle prigioni staliniane ai boulevard di Parigi, tra Varsavia e Leopoli, l'URSS e l'Europa occidentale. Wat, però, è in ogni vicenda un poeta. Il suo lungo resoconto orale, depositato nella conversazione con l'amico premio Nobel Czeslaw Milosz e poi trascritto dopo il suicidio del protagonista, è filtrato da una speciale spiritualità e il suo orizzonte è il sublime. Un modo di vedere la storia come storia di un'anima: caduta, espiazione, catarsi. Un modo di guardare al secolo come visione del "diavolo nella storia". Prefazione di Czeslaw Milosz.
Altre edizioni
Altri libri dello stesso autore
Autori che ti potrebbero interessare