Tempo di lettura stimato:
7h 28m
Editore: Marsilio
Anno: 2024
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 224 Pagine
Isbn 13: 9788829719020
Trama
"Il fuoco che ti porti dentro" racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile. Una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore...» Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia. Quale esperienza manifesta o occulta, quale frustrazione, quale nascosta ferita può renderci tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità? un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano? Antonio Franchini, con maestria e misura, eccesso e discrezione, ha scritto un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano una protagonista sempre al centro della scena. Un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici. È un racconto che mescola la commedia eduardiana al furore ctonio, l’urgenza di uno sfogo viscerale alle cadenze studiate di una messa in scena, di una vera e propria recita.
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Le recensioni degli AccioBookers
Stefi
Recensito il 08/08/2024
Ritenere le madri delle moderne madonne, pure e intoccabili e i buoni rapporti con le stesse qualcosa di imprescindibile è molto comune nel nostro Paese, ma io credo che i danni che facciano le mamme sono quelli forse più irrimediabili nella psiche dei figli, seminando di ostacoli il loro percorso verso la serenità. Chiaramente e fortunatamente non per tutti è così ma questo argomento è sempre di grande interesse per me, perciò quando ho letto la sinossi di questo libro al Salone di Torino l'ho subito acquistato. Si può dire che è un libro di memorie familiari, non succede molto dal punto di vista degli eventi, ma accade di tutto dal punto di vista emotivo e dei meccanismi psicologici che ci rendono gli adulti che siamo. Proprio per questo non è un libro per tutti, molti lo potrebbero ritenere noioso, ma per me è stato avvincente. Ho ritrovato un veleno che conosco, la stessa amarezza degli scontri, i miei limiti, tutto condito però da un'irresistibile ironia che si trasforma a volte in un cinismo interessante a volte in una tenerezza inaspettata.
"Se devo immaginare la traduzione pratica del pensare male, eccola. Lei e sua madre sono questo: pensano male, pensano solo al male, immaginano solo il male. Peggio, non al male ma quello che è il male secondo loro. Lo sospettano dovunque, lo vedono. Anzi, lo prevedono. Non penso alla fatica che fanno a vivere così, non penso a loro con pena o con commiserazione, penso solo che mi fanno schifo. Mi fa schifo chi mi ha messo al mondo."