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Il cammino delle stelle. Colloqui spirituali (1)

Jean-Louis Bruguès

Editore: Rizzoli

Anno: 2016

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 231 Pagine

Isbn 13: 9788817091275

Trama

“Resistere, perseverare e avanzare senza smarrire la via, senza tradirsi, senza rinnegare nulla di ciò a cui teniamo di più e che ci costituisce, e dirigersi verso una meta lieta e liberatrice. Ecco cos’è un pellegrinaggio.” Ecco cos’è la vita, e questo libro ci guida in un cammino spirituale che tocca temi centrali per ogni uomo e ogni donna del nostro tempo: il viaggio alla ricerca di una terra promessa, di un significato, dell’Eterno, il legame con i nostri antenati, l’amicizia, l’amore per Dio, per il prossimo e per se stessi, i drammi della coscienza, il male dell’anima che ci affligge, il senso della mortalità... Il filo conduttore è il percorso di vita di un uomo che, entrato nel 1968 nell’ordine domenicano, ha conosciuto da vicino tre papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco –, è stato vescovo e membro della Commissione Teologica Internazionale e dal 2012 ha la responsabilità degli inestimabili tesori della Biblioteca Apostolica e dell’Archivio Segreto Vaticano. Ogni capitolo è un colloquio dell’autore con se stesso, con “gli amici di ieri e di domani” e con Dio, sulla scorta di una riflessione che prende spunto dalla teologia di Paolo, Agostino, Tommaso d’Aquino e delle encicliche più recenti, dal misticismo medievale di Meister Eckhart e dell’Imitazione di Cristo, dall’inquietudine di autori novecenteschi come Péguy e Bernanos, e dalla costante ricerca della bellezza: della natura, dell’ingegno umano creatore di opere d’arte, romanzi, poesie, film, città da vivere, e della tradizione vitale di una Chiesa che, se per il credente è dispensatrice di salvezza in virtù del suo legame con Cristo, è anche, per tutti, l’insostituibile custode della memoria dell’umanità.

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Le recensioni degli AccioBookers

_elescarn

Recensito il 17/09/2024

“Ho sempre amato camminare. Camminare libera lo spirito e la parola. Non sono mai stato capace di sedermi a un tavolo e scrivere direttamente su un foglio bianco o davanti a uno schermo. Prima di preparare un corso, un articolo o una conferenza - e soprattutto un'omelia - faccio una lunga passeggiata, come se avessi bisogno di respirare le idee che volteggiano nell'aria, o di agitare il vaso dell'immaginazione per far risalire in superficie l'ispirazione che giace nel profondo di me stesso.” (pag. 7)

“Ah, i viaggi... (…) Non conosco piacere più grande di quello di scoprire una città di cui ignoro la topografia, la storia e perfino la lingua. Perdersi, lasciarsi ricoprire di ignoto. Così, nel corso dei miei viaggi professionali, ho sempre fatto in modo di ritagliarmi due o tre giorni per visitare la città che mi ospitava.” (pag. 13)

“Il pellegrinaggio in realtà è un cammino di vita, che nessuno compie mai in solitudine.” (pag. 15)

“Partire sempre, partire ancora verso terre lontane e, come dice il poeta, attraversare giorni, notti e stagioni incostanti. Ci alziamo la mattina, e la sera non siamo già più le stesse persone: abbiamo sì raccolto una piccola messe di sensazioni, riflessioni e incontri, ma abbiamo anche consumato una porzione di vita, siamo invecchiati. Imporsi di lasciare ciò che abbiamo imparato a conoscere e a cui forse siamo ormai abituati, afrettarsi a consegnare alla memoria ciò che riteniamo prezioso, e poi navigare verso nuovi continenti, ricchi di speranze e disillusioni. Felici o infelici, dobbiamo andare avanti, perché non abbiamo altra scelta. Non facciamo in tempo a stabilirci da qualche parte che subito risuona il segnale di partenza: bisogna levare le tende e riprendere il viaggio. Impossibile fermarsi, impossibile attardarsi. Non esistono pause né dilazioni. Navigare tra il passato e il futuro, tra l'oblio e l'ignoto, poiché il presente è per natura effimero, e l'unica certezza che offre è quella che un giorno moriremo: che inebri o spaventi, il tempo è una prova che rischiamo continuamente di perdere e nella quale rischiamo di perderci.” (pag. 17)

“Resistere, perseverare e avanzare senza smarrire la via, senza tradirsi, senza rinnegare nulla di ciò a cui teniamo di più e che ci costituisce, e dirigersi verso una meta lieta e liberatrice. Ecco cos'è un pellegrinaggio.” (pag. 18)

“La memoria è il luogo intimo in cui riponiamo i fatti della vita per recuperarli sotto forma di esperienza ogniqualvolta è necessario, in modo da essere sicuri delle nostre decisioni. È una sorta di forziere che si riempie di tesori a mano a mano che accumuliamo ricordi, ricavandone lezioni di vita. Grazie alla memoria, più avanziamo nel cammino della nostra vita e più acquisiamo fiducia e sicurezza.” (pag. 97)

“Occorre del tempo per diventare se stessi. È dunque la durata, non l'istante, che è troppo effimero, a rappresentare il luogo naturale del nostro apprendistato. Nell'emergenza e nelle difficoltà mobilitiamo le nostre energie: il nostro intero essere si prepara a far fronte alla situazione. Il loro carattere eccezionale conferisce a questi istanti una vivacità e uno splendore che, per contrasto, fa piombare ciò che sta nel mezzo, cioè il corso abituale della nostra vita, nella monotonia; ma monotono non vuol dire insignificante.” (pag. 197)