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Editore: Il Saggiatore
Anno: 2021
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rilegato
Pagine: 160 Pagine
Isbn 13: 9788842828730
Trama
Quando si fugge, si fugge sempre altrove: verso altri paesaggi, altri odori, altri rumori; verso una sicurezza che è assieme anche una sensazione di precarietà. “Altrove” è il luogo verso cui si muovono i migranti del mondo e quello in cui spera di trovare riparo chi è in cerca di asilo da guerre e persecuzioni. “Altrove” è un luogo a metà tra il passato e il futuro, tra il dolore e la serenità, tra la speranza e la nostalgia. Questo libro raccoglie 60 “Finestre sull’altrove” di rifugiati: 60 disegni delle vedute che osservano ogni giorno realizzati da Matteo Pericoli; 60 racconti in prima persona della loro nuova vita in un paese straniero dopo aver lasciato tutto dietro di sé. A emergere è una testimonianza unica della condizione di chi vive sotto protezione internazionale, ma anche un ritratto intimo di queste esistenze a loro modo straordinarie: dall’attivista irachena Nadia Murad, che richiama alla mente i paesaggi perduti dell’infanzia, alla profuga etiope Nyamal Biel, che ora lotta per donare un futuro ai bambini nei campi profughi; dal premio Pulitzer vietnamita Viet Thanh Nguyen, che ricorda la finestra sull’autostrada nei suoi primi anni da esule, a Sarah Mardini, scappata dalla Siria e poi arrestata con accuse pretestuose mentre aiutava i migranti al largo delle coste greche; da Albie Sachs, giudice sudafricano antiapartheid, costretto a lasciare il paese dopo un attentato in cui perse il braccio e oggi tornato a contemplare le montagne sopra Città del Capo, al giovane afghano Ubdar, che ripensa a quando sedersi vicino a una finestra significava rischiare la vita. “Finestre sull’altrove” è un viaggio per parole e immagini che parte dai vissuti dei rifugiati del mondo e arriva alle radici dell’anima umana. Perché, come scrive nell’introduzione Colum McCann, «non c’è finestra più misteriosa di quella che dà sul luogo al quale non possiamo tornare». Prefazione di Gianni Rufini. Introduzione di Colum McCann. Con uno scritto di Bill Shipsey.
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