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Dare la vita (26)

Michela Murgia

Editore: Rizzoli

Anno: 2024

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 128 Pagine

Isbn 13: 9788817147798

Trama

Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue. Pagine straordinarie che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all’altrə non riduce ma amplifica l’amore.

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Le recensioni degli AccioBookers

The Yellow Witch 🌼

Recensito il 15/01/2024

Come tutti i saggi della Murgia, ho trovato questo libro illuminante. Ha fatto arrivare infatti luce in una zona d'ombra della mia cervello in cui ancora non riuscivo a vedere nulla sul concetto di famiglia queer e quindi poi su ciò che vuol dire oggi  dare la vita a una creatura se non hai tutti i requisiti che lo Stato e la Chiesa richiedono . Ora che la luce è accesa le domande sono tante, ma la stessa Murgia d'altronde non vuole dare e non ha risposte alle domande più esistenziali che questo tema vuole affrontare. Ho apprezzato molto infatti leggere “non lo so" in risposta a temi davvero complessi. L'ultima opera di questa grande Donna e Scrittrice mi lascia con un sacco di punti interrogativi che non potevano sorgere grazie a un'intellettuale migliore.

Giopsy869

Recensito il 27/01/2024

Il libro postumo di Michela Murgia è un tocco all’anima. L’eredità che ci ha lasciatə è di una ricchezza unica nel suo modo come lo era Michela stessa. 
Dare la vita va ben oltre ciò che ti potresti aspettare dal libro stesso e lungi da me spoilerare un libro così sacro come tutti quelli che ha scritto, ma devo  - anche - ammettere che non è così semplice recensire questo libro. 
Sono tematiche che la stessa scrittrice affronta con una espressione fortemente ragionata attraverso il quale espone l’esistenza e la piena possibilità nel momento in cui si è madri d’anima. Il tema principale è quello della Queerness familiare e di come ad oggi faccia parte di una realtà ben evidente, ma del quale alle volte noi stessə non vogliamo o siamo disinformati nel vederlo.  L’atto politico con cui viene messo l’accento su determinati argomenti, proprio nel momento in cui la stessa Michela ci invita ad interrogarci, metterci in dubbio sul concetto di normalità al quale siamo stati inculcati fin da bambini con un livello schematico. È necessario mettere in discussione e disorientare un potere che ci vuole identificare senza essere. Ad oggi ancora radicatə verso quello stesso sistema che fa da giudice, vuole definirci provando a schiacciare e reprimere la nostra vera essenza dell’esistenza, mentre continuiamo a rivendicare quei diritti che ci appartengono. Praticare la nostra libertà è un atto sovversivo e lo possiamo dimostrare amando. Proprio per questo Michela Murgia in questo libro affronta le tematiche della maternità e su come i legami vadano ben oltre a quello di sangue. Su quanto sia fondamentale non soffermarsi solo su quello. I legami d’anima, come diceva lei, valgono e hanno valore. L’amore che riesci a condividere e trasmettere fa da cassa amplificatrice per tuttə. 

veronica.chi

Recensito il 01/02/2024

Book Club Porco Rosso (PG)  Febbraio - Una prima parentesi di 2024 queer

Ildegarda

Recensito il 28/02/2024

Profondo, irriverente, stimolante…niente di meno rispetto a quello che ci si aspetterebbe, anzi, tanto di più