Tempo di lettura stimato:
5h 4m
Editore: Einaudi
Anno: 2022
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 152 Pagine
Isbn 13: 9788806251208
Trama
Con la furia dell’invettiva e la tenerezza del racconto autobiografico, Aurelio Picca si scaglia contro il burattino più famoso della letteratura italiana. E scrive un libro intemperante, che raccoglie l’innocenza infranta di ogni giovinezza e la accompagna senza esitazioni verso il futuro. «Eppure amavo la legna, i pezzi di legno, i bastoni. Adoravo martello e chiodi. Ci volevo fare croci e spade. Epperò Pinocchio non mi ha mai chiamato. Lo leggo solo ora; e l’unica cosa che mi piace sta scritta alla fine della prima versione di Collodi (Pinocchio che resta un pezzo di legno; che non è sgravato nel futuro con la carne e il sangue dei bambini, dunque degli umani). Godo quando lui s’impicca. Un burattino che si impicca. Dovrebbe fare ridere. E farsi mandare "affanculo". Invece la catramosa metafisica (ho sentito nei reticolati dei capillari) si squarcia nelle parole: Oh babbo mio! Se tu fossi qui! Ecco allora che l’impiccagione sembra una crocifissione». Nessuno scrittore è come Aurelio Picca. Nessuno scrive con tanta ferocia e tanto candore, con tanta vocazione allo spreco di sé e insieme con una fedeltà quasi classica alle parole. Ricordando l’Aurelietto che aveva «visto gli ultimi invalidi di guerra con gli arti di legno e le stampelle di legno (altro che Pinocchio)», in questo libro Picca si domanda perché abbia disdegnato fin dall’infanzia il personaggio del burattino, e spiega perché, oggi che finalmente ha letto la favola di Collodi, preferirebbe strapparla: Pinocchio non ha carne, mai diventerà adulto, mai attraverserà la vita con le sue vittorie e sconfitte. Bisognerebbe ritornare a leggere Cuore e I ragazzi della via Pàl. Il capolavoro di De Amicis può riportarci al senso di comunità, non è servo del nuovo capitalismo che isola gli individui, ma vi si trovano le antiche differenze sociali, e questo prepara a crescere. I ragazzi della via Pàl è una storia eroica di amicizia. È il sogno puro degli adolescenti che ancora hanno il loro mondo, che del mondo non sono ostaggio. Memoir, pamphlet, in definitiva romanzo, Contro Pinocchio parte dalla letteratura per arrivare alla vita, e viceversa, perché per il suo autore fra letteratura e vita non c’è distinzione. «Aurelio Picca è uno scrittore irregolare, diverso dagli altri in modo decisivo. Uno scrittore estremo» (Raffaele La Capria).
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