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Genere: Codice di procedura civile,
Editore: Zanichelli
Anno: 2018
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 224 Pagine
Isbn 13: 9788808071118
Trama
Le disposizioni commentate nel volume raccolgono la disciplina di quel particolare mezzo d’impugnazione con il quale l’esito di una decisione formalmente valida può essere rimesso in discussione per esigenze che, secondo un’antica e autorevole dottrina, «ineriscono alla funzione stessa della giustizia», e che, nei casi di revocazione straordinaria, possono travolgere anche il giudicato. Di tale mezzo ci si occupa prima di tutto, nell’ambito del commento all’art. 395 cod. proc. civ., dal punto di vista storico, con accenni alle prime manifestazioni dell’istituto nel diritto romano (e in particolare alla figura della in integrum restitutio) e all’evoluzione nel diritto comune sfociata nella requête civile del diritto francese; si esamina poi l’attuale conformazione nel codice di rito del 1940 e il tradizionale dibattito sulla natura dei motivi di revocazione, da alcuni qualificati alla stregua di sintomi di ingiustizia della decisione e da altri visti come vizi della sentenza, con ripercussioni sull’individuazione di una natura unitaria del procedimento, qualora i motivi costituiscano elementi costitutivi del potere d’impugnativa, ovvero bifasica, suddivisa in un iudicium rescindens, finalizzato all’annullamento della decisione viziata, e in un iudicium rescissorium, teso invece alla pronuncia della nuova sentenza di merito destinata a prendere il posto di quella eliminata dal mondo giuridico in conseguenza dell’accertamento della sussistenza del motivo dedotto. L’opera prosegue con la rassegna dei principali orientamenti di dottrina e giurisprudenza inerenti ai singoli motivi di revocazione tassativamente indicati dal codice, con l’approfondimento dei delicati rapporti tra le parallele impugnazioni della medesima sentenza in via di revocazione e, per vizi di legittimità, avanti alla Corte di cassazione, e si conclude con l’osservazione dei plurimi profili di inopportunità — se non di incostituzionalità, alla luce del principio del giusto processo — di cui appare viziata la norma di chiusura della disciplina, che vieta la revocabilità della sentenza pronunciata nel giudizio di revocazione.
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