Tempo di lettura stimato:
13h 36m
Editore: Mondadori
Anno: 2023
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rilegato
Pagine: 408 Pagine
Isbn 10: 8804755369
Isbn 13: 9788804755364
Trama
Frida Liu è una donna in crisi. Il suo lavoro non è all'altezza dei sacrifici fatti dai suoi genitori, immigrati cinesi, per permetterle di frequentare buone scuole. L'ex marito Gust l'ha lasciata per una ragazza più giovane di lei, fissata con il salutismo e magrissima. Solo quando è con Harriet, la sua splendida bimba di poco più di un anno, Frida sente di aver raggiunto quella perfezione che tutti pretendono da lei. Sì, Harriet è probabilmente tutto ciò che ha, ma è anche tutto ciò che desidera. Fino alla sua giornata peggiore. Perché lo Stato tiene d'occhio le madri come Frida. Quelle che al parco giochi leggono il "New Yorker", per dire, e intanto i loro figli si fanno male. E per un solo momento di debolezza, adesso il destino di Frida dipende dal giudizio di una serie di funzionari governativi, che devono decidere se inviarla in un istituto degno del Grande Fratello dove decretare il successo o il fallimento dei suoi sforzi genitoriali. Davanti alla possibilità di perdere Harriet per sempre, Frida deve dimostrare che una cattiva madre può essere salvata. Che può imparare a essere buona. "La scuola per le buone madri" è un classico contemporaneo che, con sottile e caustico umorismo, esplora gioie e dolori del legame più forte che possiamo provare.
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Recensito il 13/10/2023
Nel mondo alternativo di questo libro tutto ruota intorno al concetto di maternità, estremizzato a tal punto che basta una piccola disattenzione da parte di un genitore per perdere la custodia del proprio figlio e, di conseguenza, per trovarsi ad affrontare uno speciale programma “riabilitativo“ in una scuola da incubo. Qui però, esclusivamente per le donne, gli standard richiesti sono altissimi: ogni desiderio di soddisfazione personale deve essere bandito per poter essere considerate buone madri e sperare così di ricongiungersi con i rispettivi figli.
È stata una lettura abbastanza scorrevole, che mi ha spinto a riflettere in più di un’occasione, scatenando spesso rabbia e frustrazione per il trattamento riservato alle donne. Non riesco a dare il massimo della valutazione perché la parte centrale è stata un po‘ ripetitiva e lo stile di scrittura non mi ha fatto impazzire.